Noi, al contrario di una certa sinistra massimalista, Vendola compreso, tra una brutta vittoria e una bella sconfitta, preferiamo la prima e dunque, se il referendum otterrà la maggioranza dei sì, come ci auguriamo, restiamo dell’idea che l’accordo per Mirafiori andasse firmato anche dalla Fiom.
Questo non giustifica una certa pretesa del Lingotto e del suo amministratore delegato, di scaricare un po’ troppi pesi sulle spalle dei lavoratori che non possono essere gli unici a pagare i costi della globalizzazione, pena la perdita del lavoro. E non è neppure possibile che le relazioni industriali restino confinate in un ambito nazionale, se la fabbrica è globale, e neppure che si impedisca l’esercizio da parte della Fiom del suo diritto di rappresentanza sindacale. Per questo va cambiato lo Statuto dei lavoratori e per questo tutti insieme, opposizioni e governo, occorre convincere l’Unione europea ad affrontare il problema prima di finire, fabbrica per fabbrica, Paese per Paese, colonizzati dalla Cina.
RICCARDO NENCINI
non si capisce perché i lavoratori debbano ancora pagare il contributo al sindacato se non riesce più a trattare scaricandosi da ogni responsabilità attraverso un referendum dettato dall'arroganza di una parte.
RispondiEliminaGianfranco Salvucci