Un voto più che giusto. Vincono i lavoratori della Fiat, vince la democrazia, vince una posizione riformista nel sindacato e in fabbrica. Vincono i Sì ma non vince Marchionne, che con la Fiom e con la Cgil dovrà fare i conti.
Come spesso accade, quando lo scontro si fa duro, sono gli elettori che sanno mettere le cose in equilibrio.
ROBERTO BISCARDINI
E' facile fare i "riformisti" quando non si passano le giornate alla catena di montaggio.
RispondiEliminaMa riformismo per me è dialogo e sintesi, non contrapposizione e "vittoria del più forte".
Come socialisti, dovremmo essere sempre un po' più vicini ai più oppressi ed evitare certi ammiccamenti e moine con manager dagli improbabili meriti e dal ricatto facile. Purtroppo in questi giorni, dal partito, sono venute fuori posizioni un po' troppo "leggere" sulla questione.
Condivido quanto affermato da Gianfranco ed aggiungo che ho provato disagio nel leggere le dichiarazioni di Nencini.
RispondiEliminaDavide
Possibile che ogni volta che qualcuno si dissocia dalle posizioni della CGIL, questi deve essere tacciato di arrendevolezza ai padroni? La posizione di Biscardini è coerente con la nostra storia di socialisti riformisti e gradualisti.
RispondiEliminaConcordo con Biscardini e Nencini, il Sindacato (qualunque) non deve difendere le proprie posizioni ma l'interesse dei lavoratori. Le proposte avanzate da Marchionne non saranno ottimali ma non mi sembrano inaccettabili sopratutto considerando, in questo periodo di crisi, la possibilità di ulteriori investimenti finalizzati al rilancio della produzione.
RispondiEliminaMarco B.
sono completamente d'accordo con quanto scritto da gianfranco.
RispondiElimina