Forse sono i fumi leghisti della Padania o anche il clima di scontro istituzionale alimentato da Berlusconi, ad aver ispirato Luis Durnwalder nella sua intemerata contro il 150.mo dell’Unità d’Italia.
Il Presidente della Provincia autonoma di Bolzano sembra che, incredibilmente, ignori il processo di integrazione europea, oltre a disconoscere il sostanzioso apporto dei contribuenti italiani al benessere della propria minoranza di riferimento, deciso a suo tempo per fargli superare pacificamente l’amarezza di non essere cittadini austriaci.
Così nel momento in cui si costruisce faticosamente un’identità sovranazionale, Durnwalder vorrebbe ricacciarci indietro di due secoli e riaprire nientemeno che la stagione dell’irredentismo nazionale.
Nell’impazzimento generale ci mancava anche questa sciocca e antistorica polemica di un presidente di provincia, che pensavamo fosse stato eletto per rappresentare tutti i suoi concittadini e non invece solo quelli di lingua tedesca.
RICCARDO NENCINI
Le scelte del Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano mi fanno assalire da due idee spontanee.
RispondiEliminaLa prima è storica: Durnwalder ha tecnicamente ragione, perché non è vero che l'Italia è unita da 150 anni, bensì da 93.
La seconda è fantasiosa: se l'Italia del 1919 avesse trattato la minoranza austriaca come gli Slavi avrebbero trattato gli Italiani dell'Istria nel 1945 (infoibamenti o espulsioni), quel signore che pontifica da una città che aveva un nome latino (Bauzanum) quando i barbari germanici erano alle prese con la pietra focaia alle sponde del Dniep, forse ora neanche esisterebbe.