Si chiama Helio Heringer, il Procuratore federale di Brasilia, che ha il merito di avere riaperto un caso che, grazie all'ignavia, la malafede e la ragion di stato, sembrava essere definitivamente chiuso.Cesare Battisti, il terrorista italiano pluricondannato all'ergastolo in Italia per i quattro efferati omicidi da lui commessi in gioventù, quando era militante dei Pac, grazie all'ordinanza di Heringer che ha invalidato il visto di soggiorno permanente in Brasile generosamente concessogli dopo la decisione assunta nell'ultimo giorno di mandato presidenziale da Lula di non estradarlo in Italia per scontare la sua pena (successivamente confermata dal Supremo tribunale dello stato sudamericano), non potrà più godersela come aveva iniziato a fare sulle spiagge dorate di Ipanema o Copacabana, rilasciando provocatorie e beffarde interviste ma, quantomeno, dovrà ricominciare a preoccuparsi, perché l'ordinanza prevede che venga espulso in Messico o in Francia, paesi nei quali aveva soggiornato e vissuto, godendo di protezioni e sostegno finanziario, fino a che fiutò il pericolo di essere estradato e fuggì in Brasile.Sicuramente la sentenza sarà impugnata dagli avvocati brasiliani di Battisti, lautamente finanziati dalla lobby gauchista francese guidata da Henry Bernard Levy e dalla scrittrice Fred Vargas, e il rischio è quello di andare alle calende greche, tuttavia la decisione del magistrato apre uno spiraglio di speranza per quanti, a cominciare dai parenti delle vittime, non chiedono vendetta ma soltanto giustizia. Già, perché il giudice Heringer, ha argomentato la sua decisione smontando clamorosamente la tesi secondo la quale Battisti sarebbe un perseguitato politico, sottolineando come egli debba scontare una pena per gravi reati comuni.Secondo Heringer infatti, la decisione di Lula di non estradare Battisti è politica e come tale va valutata ma non può mutare le caratteristiche dei reati per i quali il fuggiasco è stato condannato in Italia con sentenze passate in giudicato.In sostanza Battisti, in forza della iniqua decisione di Lula non è estradabile in Italia ma, secondo Heringer, non può rimanere il Brasile, paese dal quale deve essere espulso.
Battisti dunque, anche se ricorrerà contro l'ordinanza, torna ad indossare i panni che gli competono: quelli di un assassino in fuga e il, fino ad oggi, troppo ospitale Brasile comincia a non essere più un posto così sicuro.
C'è un giudice a Brasilia.
EP
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