lunedì 24 ottobre 2011

UNA BRUTTA DOMENICA

Nel tardo pomeriggio di domenica 23 ottobre 2011, in pochi secondi, l'immagine dell'Italia, già lesionata ormai da mesi dal rincorrersi sugli organi d'informazione di ogni parte del mondo che raccontano le prodezze del suo Premier, ha toccato il punto più basso dal secondo dopoguerra. Al di la del merito delle questioni economico finanziarie sul tappeto, lasciate colpevolmente marcire da un governo inerte e imbelle, che da sole fanno tremare i polsi, da ieri sera tutti, ma proprio tutti, hanno potuto misurare il livello del discredito personale e politico di Silvio Berlusconi.
Certo si può e si deve eccepire sulla caduta di stile di Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel: non si era mai visto che due leader irridessero pubblicamente di fronte alla stampa mondiale un collega in un modo così evidente e imbarazzante e l'atteggiamento del duo franco tedesco la dice lunga su chi comanda (e soprattutto in che modo) in Europa ma occorre considerare che entrambi i protagonisti del siparietto nel quale a farla da padrone certo non è stato il bon ton diplomatico hanno avuto, in tempi recenti, motivo di dolersi per i comportamenti del Premier italiano.
La prima per un fatto personale visto che è stata apostrofata da Berlusconi, sia pure in una conversazione privata, con un epiteto irripetibile riferito al suo aspetto fisico, il secondo perché sulla vicenda Bce- Bini Smaghi è stato, diciamolo con franchezza, preso in giro dal Cavaliere che gli garantì le dimissioni del componente italiano del Board per far posto ad un francese, garanzia che Berlusconi non ha onorato nonostante il maldestro tentativo di inserire il riottoso banchiere fiorentino nello sconcertante gioco delle tre carte per la nomina a Governatore di Bankitalia, collezionando un'ennesima magra al cospetto dei cugini d'Oltralpe che già di loro, come è ben noto, hanno verso di noi un secolare superiority complex.
Berlusconi, che, nonostante il pesante trucco, ormai denuncia chiaramente il suo stato di completo marasma psicofisico, fatto di inazione, gaffes grossolane di chi continua a non darsi per inteso della gravità della situazione ( "cosa devo fare con Bini Smaghi? Non posso mica ucciderlo!"), dormite senza ritegno nel corso di cerimonie ufficiali, siparietti con l'impresentabile Scilipoti, è ormai considerato un paria nei consessi internazionali e, ogniqualvolta si presenta a vertici con gli altri capi di stato, appare come un marziano a cui nessuno neppure più si avvicina.
Quanto avvenuto domenica 23 ottobre, una brutta domenica per gli italiani, da segnare in rosso sul calendario per le conseguenze che saranno apprezzabili già dai prossimi giorni, visto l'ultimatum presentato dai partner europei, lungi dal risvegliare mai sopiti rigurgiti antieuropeisti o peggio, stravaganti e ridicoli neonazionalismi che il duo Sallusti- Feltri sta cercando di insufflare (il titolo e gli argomenti del Giornale di oggi appaiono, difatti, come un insulto all'intelligenza degli stessi affezionati lettori della Pravda berlusconiana), è auspicabile che risvegli dal lungo sonno quegli italiani di buonsenso che ancora indugiano a domandarsi se Berlusconi sia l'uomo della Provvidenza contro l'avanzata delle forze del male e sarebbero magari pronti a rivotarlo nel caso di elezioni anticipate.
I sondaggi sulle intenzioni di voto segnalano che il suo partito, ancorché in sensibile calo, è ancora il primo, sia pure di poco.
Ed è questo aspetto che sconcerta mezzo mondo. Come, in altre parole, un uomo politico che non solo ha dimostrato scarsa capacità di governo ma che soprattutto è divenuto la grottesca caricatura di ciò che dovrebbe essere il leader di una grande nazione industrializzata, possa, almeno in teoria, godere di tanti consensi in patria.
Dopo domenica 23 ottobre, forse, molti elettori cominceranno a pensare che è giunta l'ora di cambiare. Speriamo.
EP

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