sabato 8 ottobre 2011

DELITTI E COMPLEANNI.

Il 7 ottobre 2011, il Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, Silvio Berlusconi, si è recato a Mosca per partecipare ai festeggiamenti in occasione del compleanno del Primo Ministro della Federazione Russa Wladimir Putin, di cui è devoto amico e ammiratore.

Il 10 ottobre del 2006, si svolsero i funerali di Anna Politovskaja, la giornalista della Novaja Gazeta, assassinata tre giorni prima, con un colpo di pistola, da un killer, all'interno dell'ascensore della sua casa di Mosca.
Cinque anni dopo il delitto, che, guarda caso, fu consumato, nel giorno del compleanno del grande amico di Berlusconi, l'ex comunista, ex membro del KGB Wladimir Putin, allora presidente uscente della Federazione russa, oggi quasi sicuramente rientrante, dopo quattro anni sabbatici (si fa per dire) trascorsi a fare il premier di Medvevdev, il mistero sull'ammazzatina che per le modalità con le quali è stato commesso, mantiene intatto il profilo di omicidio mafioso in salsa tardostaliniana, c'era da scommetterci, non è ancora stato disvelato.
E chissà quando mai lo sarà.
L'arresto, avvenuto lo scorso agosto di Dmitrij Pavliucenkov, colonnello in congedo che avrebbe pagato e istruito il ceceno Rustam Makhmudov, fermato qualche mese prima con l'accusa di essere il killer della donna, suscita infatti non pochi dubbi poichè, a distanza di mesi da entrambe le azioni giudiziarie, non si è ancora capito chi o quali sarebbero i mandanti che avrebbero fornito mezzi e logistica ai due.
La Politovakaja, che oggi avrebbe 53 anni, era, giova ricordarlo, come lei stessa ebbe a scrivere, una reietta, un'esclusa, a causa del suo impegno nella denuncia delle atrocità perpetrate dalle truppe russe ai danni dei civili nella "guerra sporca" della Cecenia, oggi tutt'altro che conclusa, e di cui,  in Russia, come in Occidente, oggi come allora, nessuno parla.
Una spina nel fianco della demoktatura putiniana, ancora oggi intenta a proseguire nella macelleria a cielo aperto nella regione caucasica i cui abitanti, a maggiorenza musulmana, sin dai tempi degli zar, sono sempre stati ostili alla sola idea di essere parte della Russia, si tratti di impero, repubblica dei soviet o federazione.
Quello che è certo che, al tempo, dopo il rinvenimento del corpo della giornalista, l'establishment federale provò immediatamente a mettere in atto una manovra mediatica depistante, credendo fosse possibile liquidare il fatto di sangue come un episodio di delinquenza comune. Manovra fallita poichè, gli amici della Politovsaja, una parte sia pur residuale dell'opinione pubblica russa e gli osservatori occidentali, la sventarono, sbugiardando gli inquirenti e costringendoli ad avviare un'indagine.
Meglio sarebbe dire "una specie di indagine" che si trascina da ormai un lustro con risultati risibili, se si considera che, ci si trova innanzi a un tenebroso ambiente che forse solo la penna di Federick Forsythe sarebbe in grado di descrivere, dove gli intereressi e le complicità si incrociano e soprattutto, innanzi a un paese dove la pratica di assassinare chi "canta fuori dal coro", nel descrivere lo stato delle cose in Cecenia, specie se giornalista, specie se donna, è proseguita nel 2009 con l'assassino (un colpo alla nuca in pieno centro di Mosca) di Anastasia Baburova, che svolgeva il suo lavoro occupandisi della medesima questione per lo stesso giornale della Politovskaja e di Natalia Estamirova, rapita sempre nel 2009 nella sua casa di Grozny, la capitale della regione caucasica, e trovata uccisa con un colpo alla nuca.
Neanche a dirlo, anche le indagini su questi delitti, che persino una matricola al primo anno di criminologia, saprebbe come indirizzare, sono saldamente ancorate nel porto delle nebbie.
Perchè. come sostiene Juilia Latynina, giornalista (vivente) della Novaja Gazeta," In Russia non si usa punire. Si lotta solo per i soldi. Sul resto, ci si può comunque accordare"
Uno poi si  interroga su come nascono e si saldano certe amicizie. A buon intenditor...
EP

Nessun commento:

Posta un commento