giovedì 23 dicembre 2010

DIPIETRISMO E VELTRONISMO

L’ antipolitica e la retorica “anti partitocratica” cavalcata da una parte della sinistra le hanno fatto danni politici ed elettorali catastrofici per anni. Il 14 dicembre, le hanno fatto danni anche pratici e immediati, decidendo la vittoria numerica di Berlusconi.

Da sempre osserviamo (ripetendo per la verità l’ABC) che antipolitica”, anti partitocrazia”, qualunquismo e personalizzazione della politica sono in tutto il mondo lo strumento della destra, mentre al contrario la politica con la P maiuscola e i partiti organizzati democraticamente sono lo strumento della sinistra. Soltanto una sinistra italiana anomala e “impazzita” poteva inseguire dipietrismo e veltronismo. Anche perché il dipietrismo è una assicurazione sulla vita per Berlusconi, l’altra faccia della stessa medaglia, l’avversario perfetto da scegliersi per aumentare i voti. Di Pietro, padre padrone come Berlusconi di un partito non democratico e demagogo come Berlusconi. A lui speculare, è sempre stato un formidabile repellente di voti ai danni della sinistra. Un repellente per gli ex socialisti ed ex democristiani che non gli perdonano di avere distrutto i loro partiti. Un repellente per chi crede nello Stato di diritto,ricorda e teme gli eccessi del giustizialismo. Un repellente perché formidabile “testimonial” di Berlusconi quando questi inveisce contro la “magistratura politicizzata alleata della sinistra”. Qualcuno contesta lo slogan? Compare l’ex magistrato Di Pietro diventato leader politico e alleato del PD e compare il perfetto simbolo vivente (e strepitante) della “magistratura politicizzata alleata della sinistra”. E a ulteriore rafforzamento del suo essere testimonial berlusconiano, si tira dietro continuamente altri simboli, persino più spregiudicati, come De Magistris.
Mentre questi danni di fondo si trascinano da anni, ecco che il 14 si è aggiunto in modo emblematico il danno immediato, la sconfitta concreta e cocente. E’ un caso che due deputati dipietristi e il PD Calearo abbiano fatto la differenza nel voto decisivo? Per di Pietro, perdere parlamentari lungo la strada non è l’eccezione, ma la norma. Dopo le elezioni del 2001, il suo unico senatore, Carraro, è andato in Forza Italia, ed è ancora parlamentare del PdL. Dopo il 2006, il pluri inquisito senatore Di Gregorio, passando al nemico, ha segnato l’inizio del declino per il governo Prodi.
Adesso i transfughi sono diventati addirittura due. Perché? Perché l’Italia dei Valori è l’essenza della antipolitica e della sua personalizzazione. Non è un partito e non è democratica, non ha storia, né cultura, né programmi. Il dipietrismo è un marchio in franchising, un brand a disposizione sul mercato elettorale. Qualunque imbroglione e mestatore locale lo può adottare e aprire una bottega politica, sperando di fare fortuna.
Non c’è bisogno di ragionare e approfondire, per diventare un dipietrino locale. Basta gridare più forte degli altri un concetto semplice: “vogliamo che i politici ladri vadano in galera”. Una propaganda popolare e monotematica. Come quella di Bossi d’altronde: “non vogliamo gli immigrati delinquenti e non vogliamo pagare le tasse per mantenere quegli straccioni di meridionali”. Naturalmente, se al dipietrino viene offerto in franchising un marchio più vantaggioso, cambia l’insegna della bottega e passa alla concorrenza, come è avvenuto il 14 dicembre (e precedentemente con i senatori Carraro e Di Gregorio).
L’antipolitica, scriteriatamente cavalcata dalla sinistra, si è ritorta contro gli apprendisti stregoni anche nel caso Calearo.
Che non è un semplice deputato, è il capolista del PD alla Camera, imposto da Veltroni, in una regione chiave come il Veneto. Un simbolo clamoroso, dunque, del fallimento del veltronismo. Ci si doveva accodare nella regione più leghista alla retorica della “Italia che produce”? Si doveva dimostrare che si è vicini alle imprese private nascondendo la lunga coda di paglia di ex comunisti? Semplice. Si è preso non un industriale vero, ma il figlio di un industriale e in 24 ore lo si è trasformato in leader politico.
Come d’altronde si è fatto a suo tempo per il candidato a sindaco di Milano Fumagalli che, regolarmente sconfitto, non si è neppure degnato di guidare come consigliere comunale l’opposizione: si è dimesso dopo pochi mesi. Si dava uno schiaffo in questo modo ai militanti e ai quadri dirigenti di partito, scavalcati dopo anni di sacrifici? Si ridicolizzavano le chiacchere spese per la “meritocrazia” e i giovani, dimostrando che si viene scelti come leader di un partito della sinistra esattamente come si fa carriera nell’Italia del declino, ovvero perché si è figli di qualcuno? Non importa. Alla vigilia delle elezioni politiche del 2008 il “nuovismo” di Veltroni non si fermava certo di fronte a queste piccolezze. Come avrebbe potuto? In nome del nuovismo e della demagogia, Veltroni aveva nel contempo contribuito a cancellare dal Parlamento (cosa riuscita al solo fascismo) i socialisti, e aveva invece salvato i dipietristi, che senza l’alleanza elettorale col Pd, non avrebbero probabilmente raggiunto la soglia del 4 per cento e sarebbero spariti: sarebbero spariti loro, il loro brand in franchising, il loro ricatto continuo al PD e i loro deputati in vendita.
Adesso, il 14 dicembre, i due deputati dipietristi e Calearo hanno deciso la partita.
E’ finita 314 a 311 per Berlusconi. Se i tre non avessero tradito, sarebbe finita sempre 314 a 311, ma contro Berlusconi. I numeri, come i fatti, hanno la testa dura.
Fanno toccare con mano a tutti i risultati devastanti per la sinistra della anti politica, accompagnata dai suoi naturali corollari di “nuovismo” e demagogia.
UGO INTINI

9 commenti:

  1. OTTIMO!!!!
    rosaldo bellizzi

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  2. Carissimo Ugo, scusa ma non mi hai convinto.
    DIPIETRISMO E VELTRONISMO, brutta storia.
    Berlusconismo, Vendolismo, pessima storia.
    Ribaltonismo, orrenda storia.
    E noi Socialisti, splendida storia (0,8%;migranti in tutti i partiti specialmente quelli di o potenzialmente di governo tra cui Domenico Scilipoti, ex Socialdemocratico, Rosi Mauro, Gianfranco Micciché, Piero Marrazzo, Umberto Veronesi, Ottaviano Del Turco, Luca Barbareschi,Chiara Moroni, Achille Serra; propaganda non popolare né monotematica, diciamo scarna, semplicistica?; programmi ed alleanze più che riformiste, rincorriste?.
    Non riesco a scagionarmi come socialista nel dichiarare che "soltanto una sinistra italiana anomala e “impazzita” poteva inseguire dipietrismo e veltronismo." Perché la sinistra italiana dovrebbe chiamarsi Socialismo, e gli artefici di questa sinistra dovrebbero essere i Socialisti, che però fin'ora non sono stati all'altezza benché il competitore forte di sempre, "il comunismo", non esista più da vent'anni.

    Claudio Marra

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  3. Rispetto le idee altrui ma criticare è molto facile, lo dice una persona che con idv ha avuto a che fare in passato e ha lavorato tanto per e con loro. dove erano tutti gli altri partiti italiani quando di pietro ha indetto le raccolte firme per i referendum (tutti giunti al traguardo)? va bene, benissimo avere una storia e degli ideali di base ma anche la concretezza conta e tanto, soprattutto in giorni come questi

    Antonello Cristalli

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  4. Condivido al 100%. Veltroni non è che l'ultimo epigono - ahinoi anche dal punto di vista culturale - di una nefasta tradizione PCI che ha inseguito le chimere dell'eurocomunismo, di nebulose terze vie, del compromesso storico, di Cose 1, 2 3 e così via seguitando. Fino a partorire la "Creatura": il PD, un ircocervo senza identità, costruito su slogan e radicato nei poteri locali e nazionali. Tutto, pur di non dirsi - e farsi - autentici socialisti. Ma noi, con il nostro 0,8%, abbiamo ancora da dire molto. Bravo, compagno Intini.

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  5. Condivido l'analisi politica fatta da Intini, i movimenti o partiti politici oggi in Italia non esistono concretamente sono solo una "manifestazione" della persona che li ha concepiti. E l'ultima nata di queste strane "manifestazioni" a mio avviso è Sinistra e Libertà. Nata come un'alleanza di partiti e movimenti è diventata il partito di Vendola (per altro fuoriuscito da Rifondazione dopo essere finito in minoranza). Il panorama politico italiano oggi è dominato esclusivamente ( e anormalmente rispetto a tutti i paesi democratici) da partiti personali. Nel resto dell'Europa il segretario o leader di un partito non è il dominus incontrastato ma una persona come altre che può essere criticata e sfiduciata se necessario dal suo partito (questo è alla base della democrazia e della ragionevolezza siccome per quanto brava una persona non ha il dono dell’infallibilità).
    E ho la sensazione che fosse anche l’idea di Veltroni di trasformare il PD in un soggetto con forti connotazioni personali.
    Alla base di questa anomalia italiana probabilmente c’è una cattiva informazione che favorisce la spettacolarizzazione di un soggetto piuttosto che una seria riflessione e discussione sulle idee e sui progetti concreti da realizzare.
    Per quanto riguarda l’attuale peso politico e elettorale del PSI è sbagliato ragionare in termini unicamente nazionalistici (attualmente intorno allo 0,8 %), il progetto socialista dovrebbe essere quella di giungere ad una completa integrazione europea (U.S.E.) tra qualche decennio e con uno stato europeo caratterizzato da una forte politica socialista. Per raggiungere questo obiettivo il partito socialista deve ragionare in modo Europeo e unitario poiché il progetto è unico e da realizzare tutti insieme. Occorre trasformare il PSE in un soggetto politico ( e non in un’associazione di partiti)in grado di portare avanti una Politica socialista europea unitaria e non frammentata e nazionalistica.
    Marco B.

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  6. E' tristemente vero: l'"anatra zoppa" riesce ad andare ancora avanti grazie alla stampella del dipietrismo e del veltronismo
    http://www.socialismoesinistra.it/web/cultura/47-cultura-contributi/743-il-triste-remake-dellanatra-zoppa.html
    C.Felici

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  7. Veltronismo e Dipietrismo sono le facce di una stessa medaglia antisocialista.Il primo non riconosce funzione al socialismo,il secondo vuole
    distruggere ogni orma socialista

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  8. io sono ignorante, però penso con la mia testa.si può essere comunisti socialisti democratici ecc. ecc. io penso che un comunista oppure un socialista non possono essere dei credenti delle favole che servono per far lavorare il cervello, devono essere pragmatici essere realisti della vita dell'uomo,essere promotori di virtù paladini a difesa degli abbusi dei più forti, chi non condivide l'idea può liberamente fare il denocristiano, illudendo L'UOMO che alla sua morte ci sarà giustizia, ma adesso fanno affari accumolano soldi, in nome di dio. Solo L'UOMO che rimane coorente con questa filosofia può sperare di migliorare l'essere Umano !!!!!!!

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  9. C' è un problema di redistribuzione della ricchezza che non viene analizzato e portato avanti con coerenza dalla sinistra,perchè alcuni partiti della sinistra vogliono spostarsi a centro
    per far concorrenza a Berlusconi,ma non ci riescono perchè non è il loro mestiere.I socialisti fautori della modernità laica e repubblicana sono molto più liberi per costruire un progetto,di risanamento,di sviluppo che passa
    anche attraverso una significativa redistribuzione del reddito in Italia.

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