Chissà qual è il merito che si deve acquisire per assurgere al ruolo di Presidente del Partito Democratico. Quello di essere stata nella corrente di sinistra della DC, guidata da quel De Mita che non ha mai spiegato perché nella sua Irpinia la ricostruzione post terremoto del 1980 non è ancora terminata ed è costata al nostro paese decine di migliaia di miliardi, misteriosamente dispersi in chissà quali cavità carsiche nel tratto da Roma ad Avellino e dintorni? Oppure sarà quello di rivendicare con orgoglio di essere anti-socialista, anti riformista e anticraxiana, in omaggio a quel simpatico assunto per cui il nemico del mio amico è anch’esso mio nemico? Un merito sicuramente sufficiente per scalare i vertici di un partito che si definisce a parole come riformista, ma che nei fatti continua a prendere posizioni ambigue che niente hanno a che vedere con il metodo di governo che una moderna forza di centrosinistra dovrebbe avere nel panorama politico nazionale. Dopo il livoroso attacco fatto ai socialisti e a Craxi, durante l’ultima puntata di Ballarò di martedì scorso vorrei umilmente ricordare alla on. Bindi, che presiede un partito che si definisce riformista, che il debito pubblico sotto il governo Craxi, passò dal 74% all’84% del PIL, un aumento ben misero se confrontato alla crescita esponenziale che il debito pubblico ebbe prima di Craxi, grazie ai governi guidati dal suo partito di origine (la Democrazia Cristiana) attraverso quella straordinaria formula del compromesso storico con il PCI, che è stata l’origine della prima debacle del nostro debito pubblico, oltreché la costituzionalizzazione della partitocrazia che ancora oggi sta distruggendo il nostro sistema economico. L’ulteriore tracollo avvenne tra il 1987 e il 1992, con governi ancora guidati dalla DC. Il debito pubblico è continuato poi a crescere, tranne che sotto il primo governo Prodi, grazie alla competenza e all’indipendenza di quel galantuomo di Carlo Azeglio Ciampi, che lo fece scendere fino al 104% rispetto al Pil, mentre dal 1998 ad oggi ha ricominciato a salire fino a quasi il 120% attuale. Questi non sono i dati dei socialisti, ma della Banca d’Italia. Magari l’on. Bindi ne ha di propri e, ovviamente, di più autorevoli, che possono certificare che la colpa del debito è di Craxi e dei socialisti. Peccato che l’on. Bindi voglia invece dimenticare, oltre alle decennali responsabilità dei governi a guida DC, che le leggi finanziarie dal compromesso storico in poi, si caratterizzarono per essere dei veri e propri assalti alla diligenza, in cui brillavano per irresponsabilità tutte le forze presenti in parlamento, nessuna esclusa. Il primo dovere di chi si definisce riformista e di chi ricopre ruoli di responsabilità in Parlamento e nei Partiti, dovrebbe essere l’onestà intellettuale. Invece anche questa sembra ormai un lontano miraggio, piegata alla propaganda di una campagna elettorale permanente, di cui l’on. Bindi è, a pieno titolo, una sostenitrice.
L’attacco espresso in maniera così violenta dall’on. Bindi amareggia noi socialisti, ma non ci stupisce. D’altronde il PD è nato mettendo insieme due culture politiche, quella ex comunista e quella ex democristiana, che riformiste non lo sono mai state, ma che anzi facevano dell’ideologia, del dogmatismo e del conservatorismo, gli elementi fondanti della loro azione politica, escludendo invece le altre culture autenticamente riformiste: quella socialista e quella liberale. Comunque una cosa è chiara, se i socialisti del PSI sono soltanto sopportati in questo centro sinistra di Bindiano pensiero, se i riformisti sono mal visti di fronte alle illuminate strategie dell’ex-democristiana di Sinalunga, non resta che esplicitarlo una volta per tutte. In altre parti dello schieramento politico si è fatto di tutto per valorizzare l’esperienza e i dirigenti dell’ex-PSI. Con la differenza che quello schieramento continua a essere al governo, mentre il PD continua a perdere consensi. In attesa che Vendola gli assesti il colpo di grazia. Assicurando così alla sinistra cattocomunista, che grazie a questi illuminati pensatori non è mai riuscita a conquistare il consenso delle classi produttive e della parte più dinamica del nostro paese, quella vocazione minoritaria che da sempre la caratterizza.
ALESSANDRO BECHINI
Condivido in pieno. E' tempo che anche i socialisti del PSI avviino una riflessione sulla loro posizione politica al rimorchio del PD.
RispondiEliminaIl PSI da fastidio alla Bindi evidentemente gli dà fastidio morire Socialista in Europa, quando la finiranno di far in modo che la famiglie politiche italiane siano totalmente avulse da quelle Europee?
RispondiEliminaMatteo Marcelli
Dati del FMI http://www.imf.org/external/pubs/ft/weo/2009/02/weodata/weorept.aspx?pr.x=77&pr.y=14&sy=1980&ey=1992&scsm=1&ssd=1&sort=country&ds=.&br=1&c=132,112,134,111,136&s=GGD_NGDP&grp=0&a=
RispondiEliminaMa perchè, la Bindi è un "Politico"?? Ma lasciamo perdere!!! Parlano tanto di rinnovamento poi ci ritroviamo le solite Matuse che predicano bene e razzolano male!! Bindi... è ora di andare in pensione...tu si che ci puoi andare (senza mai aver lavorato!!!)
RispondiEliminaQueste dati relativi al debito pubblico sono stati illustrati con rara efficacia sul Corriere della sera dall'editorialista Sergio Romano che escludeva responsabilità particolari di Bettino
RispondiEliminaCraxi.Di questa vulgata fu uno dei primi artefici
l'ex ministro delle Finanze Visco,anche Lui Bersaniano.Ciò sta a supporre che nel PD c'è una forte accanimento contro la storia socialista che
neanche le parole recenti di Napolitano hanno contribuito a scalfire.O Bersani corregge questa linea pubblicamente oppure bisogna ridiscutere la situazione politica.Perchè tutto si evolve tranne l'antisociaslismo viscerale.
L'On. Bindi è una delle tante figure che dovrebbero stare dall'altra parte politica...
RispondiEliminanoi socialisti abbbiamo il diritto dovere di urlare il nostro dissenso più totale, nei confronti di affermazioni di violento ostracismo.
Mi rivolgo anche a tutti quei socialisti che militano nel PD, facciano sentire ben chiara la propria voce.... è ora che ci diamo una scossa forte e determinata.. Penso che l'Italia abbia un forte bisogno dei Socialisti, gli unici riformisti in questo scenario di squallore politico.
Antonello Spano
Se questo è il pensiero del PD, visto che la Bindi ha parlato come Presidente, non avranno mai più il mio consenso, e nenche un minuto del mio tempo.
RispondiEliminaL'on.le Bindi interpreta bene la cultura del PD e la sua stessa ragione di esistere: far rivivere, anche se in sedicesimo, il compromesso storico, la grande iattura che ha colpito l'Italia nella prima metà degli anni '70 e che ne ha impedito la modernizzazione, complici le due Chiese, cattolica e comunista. Bene dunque Nencini a prestare la massima attenzione al nuovo centro, come possibile alleato (non contenitore) per rilanciare una politica riformista e ricostituire un governo di centro-sinistra e a diffidare dell'ondivago Bersani. Tanto il PD "dura minga, non può durare".
RispondiEliminaGrazie presidente del PD Bindi,grazie per aver mostrato con lucida interpretazione quanto siano pericolose e, soprattutto dannose, le idee socialiste; quanto sia necessario, per il Democratico Partico che presiede, il tener a debita distanza il contagioso modo di procedere riformista del più che centenario PSI. E' di tutta evidenza che chi va con lo zoppo impara a zoppicare, dunque, Lei da chioccia premurosa ha voluto, coram populo,evidenziare le nefaste influenze che i suoi protetti cattocomunisti avrebbero potuto subire dalla possibile vicinanza dei pericolosissimi SOCIALISTI.
RispondiEliminaGrazie, infine,per aver regalato le sue perle di saggezza in un programma televisivo dove "io credo ed io sono convinto" sono risultati gli intercalare più gettonati, forse anche con l'intento (ovviamente non non dichiarato) di ostracizzare quello tipicamente socialista dell' "io penso"