mercoledì 15 dicembre 2010

BERLUSCONI HA VINTO, HA PERSO BERLUSCONI

Non occorre inventare ossimori per descrivere la situazione politica del paese, né scomodare la fantasia per offrire figure retoriche: mai come in questo caso la realtà ha superato la fantasia.
La lunga agonia della prima repubblica ha dunque registrato un ulteriore aggravio di condizioni di salute ed ancora una volta saranno gli italiani a subirne le conseguenze: i tre voti in più forse impediranno di staccarla spina a questo governo ma varranno meno di un’aspirina per un malato terminale.
La crisi di Berlusconi, ma ancor più la crisi di quel modello che Berlusconi ha inventato ed incarnato per oltre 15 anni, l’uomo solo al comando, il ghe pensi mi che si traduce nel populismo al potere, si è manifestata con evidenza lo scorso martedì ed apre ora nuovi scenari: a tutti quanti hanno votato la sfiducia e più in generale a quanti, socialisti compresi, sono stati al’opposizione di questo modello, ora spetta il compito di mostrarsi all’altezza della situazione ed offrire una prospettiva all’Italia.
Un’Italia debole nella opinione internazionale, che guarda con ansia al proprio futuro, che vede disoccupati, casalinghe cassaintegrati e precari alle prese con un reddito sempre più insufficiente, studenti medi ed universitari ancor più preoccupati del proprio domani ha un estremo bisogno di una classe politica in grado di assumersi la responsabilità di guidarla fuori dalla crisi.
Nei prossimi mesi milioni di pendolari soffriranno gli aumenti del costo dei biglietti, le famiglie dovranno, per la prima volta, pagare le rette per la scuola materna, altri ospedali, nel mezzogiorno, saranno chiusi, centinaia di migliaia di disoccupati vedranno passare inutilmente il tempo in attesa di nuove occasioni di lavoro, gli enti locali taglieranno ulteriormente i servizi e l’Europa ci chiamerà a scelte dolorose: nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia si rischia sempre più uno scontro sociale tale da lasciare cicatrici profonde sul tessuto di un paese che men che mai potrà permettersi di continuare a non essere governato.
Berlusconi ha fallito, il centrosinistra non ha ancora dimostrato di essere un’alternativa reale.
Occorre cominciare da subito a dare credibilità ad una prospettiva di superamento del berlusconismo.
Le urne sono più vicine di quanto sembri, anche perché Lega e Pdl sanno bene, dopo l’esperienza di Prodi, quanto inverosimile sia l’idea di poter governare senza una vera maggioranza parlamentare: alla nostra parte il compito di costruire un’alleanza anche con l’Udc.
Un’alleanza vera, fatta di quotidiano lavoro parlamentare ma ancor più di un governo comune degli enti locali.
Basato su di una visione che ci unisce non solo nell’antiberlusconismo ma anche, e soprattutto, nell’idea comune di Italia.
Troppi mesi sono passati invano. Si cominci subito il percorso, unendo le forze di sinistra e, se ci stanno, quelle di centro: su di noi la responsabilità di costruire l’alternativa, di mostrarci pronti al governo del paese.
Si poteva forse farlo in Parlamento: si può e si deve farlo attraverso il voto popolare, ma occorre esserne noi per primi convinti, mostrare di crederci, io ci credo.

MARCO DI LELLO

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