domenica 26 dicembre 2010

NOI, ITALIANI E SOCIALISTI

Inizio questo mio ultimo editoriale del 2010 dalle bugie che l’onorevole Rosy Bindi ha rovesciato sui socialisti durante il suo recente comizio a Ballarò.

Meritano poche parole, meriterebbero anzi il silenzio se fossero state pronunciate per strada da una signora di mezza età anziché in tv dal presidente del maggior partito di opposizione che, in nome del riformismo, si candida a diventare l’alternativa a Berlusconi. L’amara constatazione è che il sentimento antisocialista è ancora vivo in parte del centrosinistra e che, a distanza di quasi venti anni dalla mattanza politica di Tangentopoli, le mistificazioni sulla storia recente del PSI siano ancora nelle corde di tanti Bertoldo. Cominciamo intanto col dire che dei disastri degli ultimi diciotto anni, quelli della Seconda Repubblica, i socialisti non portano alcuna responsabilità; abbiamo pagato a carissimo prezzo la furia giacobina degli anni ‘90, continuiamo oggi a portarne i segni.
In tutta Europa il blocco progressista è organizzato attorno a forze di ispirazione socialista, che si alternano al governo con i conservatori; in Italia si è deciso di eliminare o di considerare residuale il riformismo socialista. Risultato: la peggiore destra d’Europa rischia di prevalere ancora, nonostante il suo ciclo stia giungendo al termine.
Il voto in Parlamento del 14 dicembre scorso ha sancito, nonostante la risicata vittoria numerica (e politica) di Berlusconi, il fallimento della “missione” nella quale milioni di italiani si erano riconosciuti. Il quadro è desolante: l’Italia è più divisa, più povera, con istituzioni più deboli, lontana dalla possibilità di agganciare la ripresa in tempi brevi.
Come si batte questa destra? Non con un nuovo “frontismo”, ma con una coalizione della sinistra riformista con le forze di centro strette attorno ad un progetto per l’Italia fondato sul lavoro, sulla sicurezza, sulla sobrietà, sul merito, lontano da ogni radicalismo e da ogni forma di giustizialismo.
Il centrosinistra, anziché lacerarsi con primarie fratricide per la leadership, deve definire un programma e un progetto di “ricostruzione nazionale” in grado di dare risposte concrete alla crisi del sistema politico e istituzionale, causa principale della crisi economica e sociale che sta travolgendo soprattutto il modo giovanile. Per quanto ci riguarda, proseguiremo nel dialogo con radicali ed ambientalisti per costruire iniziative comuni su questioni che stanno nel cuore degli italiani (dai costi della politica all’informazione) senza escludere un lavoro condiviso in alcune tra le città che andranno al voto in primavera.
Il 2010 è stato l’anno del congresso di Perugia, in cui si è delineata “la rivoluzione del buonsenso” ed in cui il PSI ha ritrovato se stesso. L’anno che verrà, Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, sarà decisivo per le sorti del nostro Paese e noi, come socialisti e come italiani, vogliamo fare la nostra parte: con l’orgoglio, il senso di responsabilità e la cultura di governo che da sempre sono la cifra del nostro partito.

RICCARDO NENCINI
Avanti! della domenica n. 45 del 26/12/10

11 commenti:

  1. Condivido l'amarezza e le ulteriori considerazioni sul tentativo di rimozione dall'orizzone politico, ma direi anche culturale, dei valori della tradizione socialista italiana. Ho però i mei dubbi sul fatto che si possa sfuggire ad una sorta di"abbraccio mortale" di un PD con un simile presidente, per rifugiarsi poi nelle braccia dei suoi "fratellini" dell'UDC, magari anche con altri che ambiscono, da destra, a far parte di una sorta di "terzo polo" centrista.
    La strada maestra del socialismo italiano è stata da sempre quella della sinistra riformista, non velleitaria, democratica laburista e progressita. Quella che ovunque, in Europa, è tuttora vincente.
    Il nostro appello deve dunque rivolgersi a coloro che nel PD mal sopportano la "desertificazione" del socialismo italiano, a coloro che in SEL non vogliono accodarsi ad un progetto che si regga solo su un leaderismo di sinistra, e anche a tutte le forze anbientaliste e radicali della sinistra che, da sempre, hanno a cuore i valori laici e la questione sociale. Libertà e lavoro sono i cardini del socialismo italiano del XXI secolo. Pazientemente ma con molta determinazione dobbiamo farne uno strumento di aggregazione e di affermazione politica, civile e sociale.
    Fraterni saluti e auguri di un nuovo anno migliore
    C.Felici

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  2. Condivido l'analisi di Riccardo Nencini che sembra
    sollevarsi dal grigiore di una politica urlata
    e farraginosa che non porta da alcuna parte.Se il debito pubblico ai tempi di Bettino Craxi era di settecento miliardi di euro ed ora è di 1842 miliardi di euro significa che dal 1994 ad oggi tutti i governi tranne quello del Prodi 1 sono stati colpevoli ed incapaci di inverire una tendenza-130 miliardi di evasione ed elusione fiscale,60 miliardi spesi per corruzione,100 ed oltre miliardi a vantaggio di tutte le mafie dovrebbero far riflettere la Signora Bindi che
    preferisce trovare un nemico morto da 10 anni invece di far riflessioni più ponderate e che attengano a responsabilità più attuali.
    E' chiaro che la Signora Bindi soffra di evidente torcicollo e abbia lo sguardo rivolto all'indietro.Non si preoccupa per esempio del grande scandalo dell'Irpinia che costò oltre ottantamila miliardi di allora e che hanno prodotto ben poco in termini di sviluppo di quella zona:Comunque il tasso di antisocialismo
    nella sinistra è ancora alto e viene impedito
    con ogni mezzo al PSI di avere un ruolo dignitoso e conforme alla situazione europea.Non capiscono che un centrosinistra formato solo da ex comunisti ed ex democristiani rischia di non vincere anche contro un Berlusconi indebolito.

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  3. Caro Nencini, cari compagni di partito,
    capisco l'amarezza per le dichiarazioni della On. Bindi ma non ci dovrebbe stupire, vista la situazione di frammentazione della sinistra e della "lotta" PD-Vendola....(e che è anche uno dei motivi per cui Berlusconi stravince).
    Voglio condividere alcune riflessioni con voi: sono associata al PSI da quest'anno, dopo 8 anni che non sono andata mai a votare e durante i quali avevo deciso di non prestare alla politica né 5 minuti del mio tempo. Troppi scandali, troppi interessi personali, troppa poca laicità...ma ho deciso che non è giusto, e sono ripartita con i Socialisti. Perchè? Condivido i valori dei socialisti, i valori che furono di Nenni e di Pertini: accoglienza, progresso, laicità, libertà, lavoro, democrazia vera. Sono stufa di Berlusconi, del PD (io sono toscana e tutti i toscani sanno la politica che ha fatto il PD in terra medicea).
    Sono stufa dei concorsi truccati, di una scuola che cade sempre più in basso, della mancanza di solidarietà, di una frammentazione sociale sempre più grave, della discriminazione...Sono daccordo con C. Felici: lavoriamo bene, e possiamo diventare il centro d'aggregazione per chi, come me e molti altri, è stufo di chi apparentemente professa valori progressisiti ma in realtà gli interessa solo la "battaglia" Berlusconi. Abbiamo un paese da ricostruire e stiamo perdendo il tempo. Avanti! dunque.
    Sandra M.
    rossier9@gmail.com

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  4. Nencini, hai ragione. Socialismo, per alcuni, è una brutta parola. Eppure l'età di Craxi, che qui non voglio discutere, è, temporalmente, una parentesi piccola nella storia del socialismo italiano. Ci sono molte cose da recuperare, al di là di Craxi.
    Non sono iscritto al PSI e milito in un piccolo movimento che con il PSI condivide antenati comuni. Eppure se posso trovare un errore nell'essere socialisti oggi è quello di andare a caccia del patto di minestra ogni giorno. La sopravvivenza del partito, la collocazione di assessori un pò qua e un pò là, di fatto mina una seria riflessione e una ancor più solida ricostruzione. Alle volte vi vedo andare troppo a rimorchio dei fenomeni (da baraccone) di turno, vedi Vendola. Non sarebbe il caso di "saltare" un turno elettorale per mettere mano alla riedificazione del PSI?
    Con questo un bel pò di pulizia non farebbe male. Ogni tanto sento dire da esponenti di spicco del vostro partito che bisognerebbe "ripescare" i socialisti che stanno con Berlusconi, sento i feddayn di Vendola che ancora si reputano socialisti pur combattendo sotto un'altra bandiera. Occorrerebbe fare ordine e, ripeto, pulizia.
    Casa ne pensi tu, Nencini?

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  5. Condivido l'analisi e la strategia del segretario. La Bindi: parce sepulto. L'esperimento PD è ormai finito; si tiene in piedi solo per ragioni - ancora molto forti - di potere. Il "compromessino storico" è stato nefasto come il fratello maggiore, perché ha ancora una volta impedito alla sinistra di recuperare la sua dimensione europea, riformista, laica, cioè a dire socialista. La nostra deve essere una battaglia culturale, di lungo respiro. Evitiamo il piccolo cabotaggio degli assessorati e c., rilanciamo l'autonomismo socialista. Sarà dura, perché il nostro paese è moralmente malato e politicamente disorientato, tanto da dar retta alle sirene delle suggestive "narrazioni" vendoliane. Leghiamoci all'albero maestro e mettiamoci i tappi di cera nelle orecchie!

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  6. DAVID BENITO GALLARDO27 dicembre 2010 alle ore 23:59

    Buonanotte:Io credo che il P.S.I.(PARTITO SOCIALISTA ITALIANO)DOVE FARE IL SUO LAVORO IN TUTTA LA ITALIA,SENZA PERDERE IL TEMPO.


    !!!!!!VIVA EL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO!!!!!!!!!


    !!!!!!!VIVA LA ITALIA!!!!!!!!!!


    Un abraccio,


    david.


    DAVID BENITO GALLARDO.TORREJÓN DE LA CALZADA(MADRID).SPAGNA.

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  7. Nencini, non ci siamo. La Bindi lodevolmente in quella trasmissione distinse i socialisti dai craxiani e voi lì ad incazzarvi per il distinguo. E' incredibile che un partito che milita nel centro-sinistra, che ha finalmente ritrovato nei suoi programmi quell'afflato autenticamente progressista che gli compete per "condanna" genetica,si inalberi ogni qualvolta si toccano la vita e le opere del "esule" (il virgolettato non è affatto casuale) di Hammamet. Sembra la storia dell'antenato di cui ci si vergogna ma di cui è vietato parlar male per decoro di famiglia. Deprimente, mi creda. f.to un socialista convinto (che ci creda o no)

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  8. a F. Caruso: Craxi non va santificato, non è un tabù parlare dei suoi errori, ma non va nemmeno considerato l'incarnazione del male, come ancora fa la sinistra non socialista catto-comunista, per esorcizzare le sue debolezze, i suoi altrettanto grandi errori, di governo e di prospettiva politica. Altrimenti si crede alle favole e si evita di affrontare i ritardi storici con cui la sinistra (e il PCI in particolare, assieme ai suoi eredi) ha affrontato le trasformazioni vertiginose intervenute nel mondo a partire dalla fine degli anni '70. Craxi ha tentato di innovare il modo di fare politica della sinistra italiana. Non c'è riuscito: perché era brutto e cattivo? Perché era corrotto e corruttore di un mondo incontaminato di angeli, fatine ... e marziani?
    Ci rifletta su, caro F. e non si deprima.

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  9. Ci sono compagni e non che ricordano Craxi per demonizzare i socialisti anche dopo 18 anni di Mani pulite.Scatta un riflesso condizionato di
    ingorda cattiveria.Craxi sarà giudicato dalla storia-Dei delitti e delle pene degli ultimi 18 anni,in cui i socialisti non c'entrano,nessuno ne parla:Perciò occorre scrivere il libro nero della cosiddetta seconda repubblica...

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  10. Nencini sbaglia pienamente a dire che i Socialisti non c'entrano nulla coi disastri della Seconda Repubblica:il sig.Silvio Berlusconi,e',un prodotto del socialista Craxi;quindi non facciamo i santarellini,ma bensi' facciamoci un esame di coscienza.

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  11. Per un Partito Socialista veramente tale, il Nenni del 1965 (epoca Nenni,Vecchietti e Lombardi) avrebbe dovuto avere 10 anni di salute in più.
    Quello stesso Nenni per operare, pianificare, controllare e non dare spazi a quelli che poi sono stati i primi della classe in tangentopoli.
    So, per esperienza diretta, che lo prevedeva e lo temeva fino al punto di titubanza all'apertura del centro sinistra (l'esperienza Sicilia non era consolante), il controllo legale e morale del partito con la sua esperienza e saggezza era scontato, ma, sono intervenuti problemi di vecchiaia che hanno dato spazio a precisi filibustieri che hanno portato il Partito al disastro. Il centro sinistra avrebbe dovuto farsi 10 anni prima! Peccato! Sarebbe stato un buon Presidente della Repubblica! Avrebbe formato i Socialisti di potere e il Socialismo! Non ha potuto impedire il disastro Socialista !

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