Tutti i processi
indiziari, quelli cioè dove manca la prova regina, la cosiddetta
warm gun, la pistola fumante, per definizione, dividono le opinioni
pubbliche. Storicamente, in Europa come in America, diventano, grazie
alla crescente potenza ed invasività dei media, un barbaro rito
collettivo, dove i protagonisti diventano attori, più o meno
consapevoli, di un reality show.
Il serial legal è nato
negli USA e, dai tempi di Perry Mason, è divenuto un genere
televisivo di largo consumo, poiché rende accessibile ad un pubblico
sempre più vasto ed esigente, mediante l'utilizzo di modalità
divulgative e artifici in cui si mischiano spesso grossolanamente
finzione, codici ed esigenze di sceneggiatura, un sistema
investigativo e giudiziario, quello americano, che sembra essere
stato costruito apposta per essere spettacolarizzato.
L'avvocato John Grisham,
autore di romanzi e sceneggiature cinematografiche, gli ha conferito
nuova dignità letteraria, al punto che, negli anni, tale sistema è
divenuto, nell'immaginario collettivo, una sorta di modello da
imitare anche se, a ben vedere, non si capisce perché dovrebbe
essere indicato ad esempio.
Nel caso di Amanda Knox,
i media americani hanno incessantemente gridato all'errore
giudiziario, sostenendo, certo legittimamente, l'innocenza della
studentessa di Seattle ma, nel contempo, illegittimamente e con la
solita robusta dose tutta yankee di supponente superficialità,
l'inadeguatezza del sistema giudiziario italiano.
Sul fatto che il nostro
sistema giustizia non goda di ottima salute non sussistono dubbi
tuttavia è surreale che le critiche vengano mosse da una stampa che
farebbe meglio a guardare in casa propria, dove gli errori giudiziari
(che non si contano, a cominciare dal caso degli anarchici italiani
Sacco e Vanzetti nella prima metà del secolo scorso) per casi di
omicidio, portano i condannati, quasi sempre neri o esponenti di
comunità socialmente e finanziariamente deboli, dritti alla pena di
morte che continua ad essere comminata nella maggior parte degli
stati dell'Unione, nonostante l'Onu abbia dichiarato la moratoria e
da ogni parte del mondo civile si moltiplichino le proteste e le
richieste di abolizione.
D'altra parte il teatro
dell'adozione dell'orrenda pratica del linciaggio fu la Virgina e
oggi nello stato di Washington (di cui Seattle è la città più
nota) la pena di morte viene comminata potendo scegliere tra
iniezione letale o impiccagione.
Va dunque osservato che
non tanto la mobilitazione per la Knox, quanto il clamore che ha
provocato con annesse le gratuite insinuazioni sulla bontà della
giustizia italiana, confermano l' esattezza del detto popolare
nostrano che racconta del "bue che dice cornuto all'asino".
Quando, nel 1995, la
corte di Los Angeles lo mandò assolto dall'accusa di avere
assassinato la moglie, l'ex giocatore di football divenuto apprezzato
attore, O.J.Simpson, uscì dalla comune senza la necessità di
scorte, furgoni cellulari sirene e quant'altro perché, nonostante il
caso avesse suscitato negli States grande clamore e altrettanta
attenzione mediatica per la popolarità dell'imputato, non c'era
nessuno, all'esterno del tribunale, a manifestare pro o contro la
sentenza.
Esattamente il contrario
di quanto è accaduto ieri sera di fronte al palazzo di giustizia
perugino dove si è raccolta una folla di professionisti
dell'indignazione in s.p.e. che, appresa la notizia della sentenza,
ha principiato a lanciare invettive contro la corte e gli avvocati
della difesa urlando i soliti epiteti (bastardi, vergogna) che sono
la colonna sonora di queste adunate di individui che si
autodefiniscono "esponenti della società civile",
indifferenti al sacrosanto principio che le sentenze certo si possono
commentare ma vanno rispettate.
Il legale di uno degli
imputati, assolti, è giusto sottolinearlo, per non aver commesso il
fatto, in tarda serata ha malinconicamente commentato che simili
odiose manifestazioni appartengono alla nostra (sub)cultura e vengono
da lontano.
Ai tempi in cui,
verosimilmente, si riferiva l'avvocato, i protagonisti degli
schiamazzi e delle urla nelle piazze e negli anfiteatri erano
definiti "suburra", non certo "società civile".
EP
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