giovedì 3 marzo 2011

TASSE SU TASSE

Giovanni Colais
In questi ultimi giorni siamo stati sommersi da un insieme di dati, riguardanti principalmente le “ tasse “. Uno degli argomenti ha riguardato la pressione fiscale che per il 2010 ( fonte Istat ) è scesa al 42,6% rispetto al 43,1% del 2009. La pressione fiscale viene calcolata come rapporto tra l’ammontare delle imposte e il prodotto interno lordo, e quindi può scendere o salire in funzione dei due quozienti. Nella fattispecie il PIL 2010 è cresciuto dell’1,3%, rispetto a quello del 2009 ( 1521 miliardi di euro, il più basso in assoluto degli ultimi anni ), raggiungendo quota 1.549 miliardi di euro e le imposte sono passate da 655 (2009) a 660 (2010) miliardi. E’ un indicatore importante che rimane comunque alto, di almeno 3 punti percentuali, rispetto alla media dei paesi europei. Ma questa percentuale pur consistente non è quella effettiva. Infatti se guardiamo ad un altro dei dati forniti ultimamente, che interessa l’economia sommersa, un valore che oscilla tra il 16,1 e il 17,8% del PIL, in concreto dai 250 ai 280 miliardi di euro non tassati, ma inseriti nel calcolo del PIL , è facile dedurre che la pressione fiscale, tra chi paga regolarmente le tasse, raggiunge valori superiori al 51%.  Una base imponibile di 250-280 miliardi, si traduce in una perdita annua di gettito fiscale intorno ai 115-120 miliardi di euro, dovuta al fenomeno della frode fiscale e contributiva. Per dare un significato reale a questo valore, recuperando questo gettito, ogni anno potremmo pagare gli interessi sul debito pubblico (circa 80 miliardi) e con il resto affrontare una sostanziosa manovra finanziaria. Un altro tema interessante riguarda il cosiddetto decreto mille proroghe, recentemente approvato dal Parlamento. Al di là delle numerose nuove tasse introdotte, ve ne sono alcune davvero particolari, che riguardano le Regioni colpite da calamità naturali. Per queste comunità si prevede di coprire gli oneri derivanti dalla particolare situazione, aumentando le imposizioni tributarie della Regione e elevando la misura dell’imposta regionale sulla benzina di autotrazione fino a 5 centesimi il litro, ulteriori rispetto alla misura massima consentita. Per i Comuni e le Provincie della Regione, si possono aumentare le addizionali all’accise sull’energia elettrica. Al di là della particolarità di cittadini colpiti da tragedie naturali che vengono aiutati aumentandogli le tasse, occorre ricordare che sia sulle accise che sulle addizionali viene pagata l’IVA, cioè una tassa sulle tasse, che va direttamente allo Stato.

1 commento:

  1. chissà perchè dimenticano sempre di tassare le rendite almeno al 20%, giusto per equiparare i lavoratori ai possidenti

    Loredana

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