mercoledì 9 marzo 2011

BENZINA, OH CARA!

Nomisma energia ha recentemente calcolato, che in media un greggio di buon livello, tra costo industriale di estrazione, trasporto in raffineria e realizzazione dei diversi derivati, viene a costare circa 3 centesimi/litro. Quindi un prezzo, decisamente infinitesimale rispetto agli attuali 157 cent/l pagati dall’utente alla pompa di benzina. I fattori che determinano questa esplosione dei costi sono, con buona approssimazione, essenzialmente tre. Il primo riguarda la rendita pagata ai paesi produttori di petrolio, che trascina, in questi giorni, il costo da 3 a circa 55 cent/l. Il secondo è rappresentato dal margine lordo dell’industria petrolifera che pesa ulteriori 16 cent/l. L’ultima causa, la più consistente, interessa la tassazione ( Accise e Iva ) che incide per i restanti 86 cent/l. In un mondo normale, tutto ciò verrebbe considerato un autentico furto nei confronti dei consumatori. Se poi consideriamo, che nelle cosiddette accise figurano ancora i contributi relativi alla guerra in Abissinia del 1935, per finire con quelli del rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri 2004, si passa dalla tragedia alla farsa. Per concludere alcuni dati spicci. Ogni giorno in Italia si erogano circa 110 milioni di litri di benzina, per un ricavo, al prezzo medio di 1,5 euro/l, di circa 165 milioni di euro. Nell’anno quasi 60 miliardi di euro di ricavi, per un totale di tasse, pagate dai fruitori allo Stato, di poco inferiore ai 33 miliardi. Non c’è che dire, una ottima entrata, che per di più, cresce all’aumentare del costo della benzina.


GIOVANNI COLAIS

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