lunedì 13 giugno 2011

I NUOVI SCONFITTI

Con il raggiungimento del quorum la gente si è riappropriata
di uno strumento che era stato reso inutile. Berlusconi e Bossi sono gli sconfitti, hanno scommesso sul fallimento, sull'astensione, hanno invitato a urne aperte a disertare il voto ma sono stati clamorosamente smentiti. Nel 1991 il referendum sulla preferenza unica segnò l'inizio della fine della prima repubblica. Venti anni dopo la parabola berlusconiana sta accelerando la sua fase discendente e lo splash down e il conseguente inabissamento è imminente. Ma inaspettatamente c'è un compagno di rovina. Quella Lega ritenuta forte e inossidabile ha perso la sintonia con il suo elettorato, il declino è iniziato e i suoi avversari possono affrettarlo.
I leader del centronistra che in questi anni sono stati sonoramente sconfitti da Berlusconi, che hanno permesso l'immonda legge elettorale del 2005 vedendone uno strumento della perpetuazione del loro potere, quei leader non possono guidare la rinascita del paese. Occorrono strumenti di coinvolgimento e partecipazione che non devono attivarsi solo se si è perdenti e ritirare quando ci si ritiene vincitori. Veltroni e i suoi epigoni scalpitano e tirano fuori la solita arroganza. Il popolo del centrosinistra, i dirigenti avveduti del Pd devono farli smettere. Infine una raccomandazione per il centrosinistra.
Gli avversari del referendum nei decenni scorsi hanno imparato a sommarsi all'astensionismo fisiologico rendendo inefficace la volontà popolare. Dopo Fukushima e il terrore nucleare, la partecipazione ha avuto un sussulto. Ma l'istituto su cui è stata edificata la Repubblica e resa più civile e moderna la società italiana non può vivere della notorietà dei disastri e della voglia di liberarsi di Berlusconi. Il centrosinistra vincitore alle amministrative e il centrodestra leale con lo spirito repubblicano, devono impegnarsi in una riforma semplice e virtuosa, risparmiando centinaia di milioni: abbinare sempre i referendum alle amministrative. Affermarlo ora per non dimenticarsene domani.

ALDO PENNA

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