L'idea che tra qualche ora il pluriomicida e pluricondannato Cesare Battisti ciondolerà libero, beffardo e felice tra Copacabana e Ipanema, indigna e sgomenta quanti speravano che il Supremo Tribunal Federal di Brasilia rendesse giustizia alle famiglie delle vittime di un brutale assassino e alla giurisdizione di una nazione democratica, sovrana e storicamente amica dello stato sudamericano, cancellando l'inaudito atto di arbitrio compiuto dall'ex presidente Lula.
Se si disattendono così clamorosamente i trattati, se gli standard giuridici sono questi, il Brasile sarà pure una forza emergente sul piano della crescita economica, ma è evidente che l'epilogo di questa vicenda lo rende del tutto identico alla nazione che negli anni 50 e 60 ospitava e proteggeva i criminali di guerra nazisti.
Il caso Battisti e la sua conclusione segnala la scarsa credibilità raggiunte in questi anni dal nostro Governo e dalla nostra diplomazia sullo scenario internazionale. Suppongo che se al posto di Battisti il protagonista della vicenda fosse stato un terrorista dell'Ira o della Raf, e se gli interlocutori del Brasile fossero stati Gran Bretagna o Germania, la conclusione sarebbe stata totalmente diversa da quella che l'Italia oggi deve subire.
Una ragione di più perchè Premier e governo tolgano rapidamente il disturbo.
RICCARDO NENCINI
Una causa (remota) va ricercata nel comportamento del'Italia nell'ultimo conflitto mondiale.
RispondiEliminaNonostante la gravità del caso si continuano a fare affari d'oro con il brasile e a pagare lautamente giocatori di calcio.
Un sistema elementare per risolvere definitivamente la questione ci sarebbe...