mercoledì 13 aprile 2011

ERRORI, FALSI E OMISSIONI

Nel  1998 il problema dell'obiettività dei manuali di storia contemporanea per le scuole italiane fu posto dai deputati socialisti con un'interrogazione all'allora Ministro dell'Istruzione Luigi Berlinguer, nella quale si sottolineava come " La libertà di insegnamento e l’autonomia delle scuole, devono essere garantite ma con esse anche la qualità dell’insegnamento poiché libri di testo come quello succitato preoccupano più per il pressappochismo che per la faziosità".

Il "testo succitato" era un manuale di storia per la scuola media nel quale si leggevano una quantità di vere e proprie falsità.
Ne riportiamo solo tre:
1) a proposito dell’invasione dell’Ungheria “…il Psi, guidato da Pietro Nenni, si spostò su posizioni più vicine alle correnti riformiste della Dc…” ignorando che nella sinistra italiana si determinò una spaccatura tra i socialisti che riconobbero il carattere totalitario dell’Urss e il Pci che restò legato al comunismo staliniano
2) a proposito del sistema sociale nei Paesi comunisti rispetto al Welfare dell’Europa occidentale che “…vi era un’organizzazione sociale diversa, completamente sotto il controllo dello Stato, ma che comunque forniva egualmente a tutti istruzione ed assistenza medica gratuite” sorvolando sulle condizioni sociali reali delle popolazioni e sulla qualità dei servizi e sul fatto che il Welfare fu un’invenzione delle socialdemocrazie europee;
3) a proposito dell’Unione Sovietica si afferma che “Stalin morì nel 1953 e nel 1956 il suo successore, Nikita Krusciov, denunciò pubblicamente le stragi che aveva compiuto. Per la prima volta in Unione Sovietica si ammise che centinaia di migliaia di persone erano state imprigionate, condannate ai lavori forzati, giustiziate senza nessuna colpa” con un errore di tipo quantitativo - centinaia di migliaia invece che milioni – che è particolarmente grave perché induce in una valutazione falsata della tragedia paragonabile, per dimensioni, solo a quella nazista.
Ogni ulteriore commento appare superfluo.
Il volume in questione, edito da un'importante casa editrice di testi scolastici oggi è fuori catalogo ma è stato sostituito da una nuova edizione, dello stesso autore, con un nuovo titolo, per gli stessi tipi.
L'esempio citato getta luce sulla pessima abitudine di certa storiografia italiana a mistificare, ad alterare i fatti (e i misfatti) se non addirittura a ignorarli, come ci narra il caso della tragedia delle foibe, per decenni assente da quasi tutti i manuali per le scuole di ogni ordine e grado e dell' altrettanto pessima tendenza di molti docenti ad adottarli. I casi sono purtroppo a centinaia.
La storia contemporanea è disciplina da maneggiare con cura.
Vale per gli storici, gli storiografi e a maggior ragione per i docenti che da costoro traggono la fonte del loro lavoro.
L'iniziativa di Gabriella Carlucci di chiedere addirittura una commissione d'inchiesta parlamentare è certamente dettata da ragioni propagandistiche, tanto è eccessiva e irrituale.
Tuttavia il problema, non da oggi, esiste e fa specie che autorevoli esponenti del Pd strillino come le oche del Campidoglio, gridando allo scandalo e infilando la testa nella sabbia.
Perchè lo scandalo, semmai, è che purtroppo ai nostri studenti spesso non viene assicurato il rigore scientifico necessario per il loro percorso formativo.
E, soprattutto, che sia necessaria una velleitaria intemerata nientemeno della signora Carlucci perchè se ne parli.
EP

1 commento:

  1. I libri scriveranno sempre castronerie, ma se per abolire un libro pieno di castronerie di parte aboliamo la libertà di stampa allora viva le castronerie, ma anche la libertà di non crederci e di doccumentarsi altrove!
    Matteo Marcelli

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