venerdì 29 aprile 2011

TAGLIARE IL FUTURO

In questi giorni la Camera inizia a votare il Documento di Economia e Finanza 2011. Tra le voci che prevedono un taglio drastico dei fondi c’è la scuola pubblica, l’università e la ricerca. Si parla di 4 miliardi e 561 milioni di euro che ogni anno, dal 2012 al 2014, verranno decurtati. Tenendo presente che già nel biennio 2009-2011 ci sono stati tagli pari a 8 miliardi e 13 milioni di euro, si ha il quadro generale di un settore, quello della scuola e ricerca, che si trova ad arrancare per fornire anche i servizi di minima necessità. Se guardiamo le politiche attuate dagli altri Paesi occidentali, il paragone è imbarazzante: la crisi ha toccato più o meno tutti, così come tutti si trovano ad affrontare situazioni di deficit più o meno gravi, ma nessuno ha pensato di andare a tagliare su scuola, università e ricerca, in quanto consapevoli che si tratta del futuro stesso del Paese di riferimento, non di un settore quasi superfluo come invece accade in Italia. La cosa stupefacente è che il tutto sta passando senza clamore, nessuno si pone in condizione di denunciare che i precari che già da settembre 2009 sono rimasti a casa sono tantissimi. E’ come se avesse chiuso una multinazionale, nel silenzio più profondo. Tagliare la cultura è solo vantaggio di chi governa, far credere che la vita sia riconducibile a trasmissioni televisive, a superficialità ed apparenza, permette di evitare che i governati si pongano domande sul perché non c’è più diritto al futuro. Evitare che i bambini sappiano come è nata l’Unità d’Italia favorisce chi punta alla sua divisione. Evitare che i bambini sappiano che siamo stati per decenni un popolo di migranti, permette di accendere razzismo contro gli attuali immigrati. Evitare che la Costituzione sia un testo da leggere e studiare, permette di facilitare le sue modifiche. Evitare che i giovani, che magari un domani saranno lavoratori, sappiano che quaranta anni fa un certo Brodolini ha disciplinato il mondo del lavoro con uno Statuto, permette di scongiurare richieste di diritti. Evitare che le donne sappiano che l’articolo 37 della Costituzione disciplina la parità di condizione tra i due generi nel mondo del lavoro, consente che le stesse vedano come cosa normale essere pagate di meno rispetto agli uomini e sentirsi in colpa per la maternità. Ecco, forse i tagli servono a questo, solo a questo. Professori più poveri, meno numerosi e meno alunni, questa è la fotografia proposta per i prossimi anni… onestamente è una foto in bianco e nero piuttosto desolante.
CLAUDIA BASTIANELLI




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