Quello dei giovani e del lavoro precario deve diventare il tema più importante da affrontare con grande urgenza, fantasia e flessibilità. Non possiamo fare la guerra alla globalizzazione, ma possiamo ridurre i danni che provoca l’insensata concorrenza sul costo del lavoro. La precarietà del lavoro non genera solo insicurezza e bassa crescita, ma apre una drammatica frattura sul futuro previdenziale delle giovani generazioni dagli esiti imprevedibili per la coesione sociale del Paese.
Occorre avviare una stagione di riforme e di nuovi diritti del lavoro.
Uno dei primi passi da compiere consiste nell'estendere l’assegno di disoccupazione a tutti i lavoratori precari che oggi sono tagliati fuori da ogni sistema di tutele e di garanzie.
La questione sociale del precariato può e deve essere affrontata e sanata non promettendo il posto fisso a tutti, ma riformando di sana pianta il sistema del welfare. Bisogna fare in modo che chi non ha lavoro o lo perde non resti senza reddito e soprattutto che sia messo in condizioni di trovare un altro impiego.
Per questo i socialisti presenteranno una proposta di modifica dell'attuale Statuto dei lavoratori perché occorre battere strade diverse da quelle tradizionali, rese marginali ed inefficaci dai mutamenti profondi della società italiana nella domanda, nell’offerta e nell’organizzazione del lavoro.
Il terzo popolo è figlio della società della conoscenza, il mondo nel quale viviamo da almeno un quindicennio.
Il terzo popolo si muove senza diritti nel mondo del lavoro, ha una professione precaria e quasi sempre un titolo di studio in tasca, non ha certezze, non ha sicurezza, non ha tutele, non ha voce nel sindacato.
Il terzo popolo sono i nostri figli e sono passioni che se ne vanno.
Perché in Italia non esistono né ammortizzatori sociali di base né valorizzazione del merito ed investimento su giovani talenti. Un disastro.
La sinistra riformista deve ricominciare da qui, ingaggiando una dura battaglia contro il governo e, se necessario, contro pezzi di sindacato e di certa sinistra che si alimentano di consuetudini, di luoghi comuni, di slogan spazzati via dal tempo e da questa generazione.
I socialisti sono impegnati a sostegno della flex-security, di un salario minimo collegato alla formazione professionale ed alle specializzazioni (indennità di cittadinanza), prevedendo una riforma del diritto del lavoro per estendere ai precari i diritti fondamentali: un nuovo Statuto dei Lavori. E' il minimo che si possa fare.
E’ la priorità. Il luogo dove si devono intersecare i valori della inclusione, della giustizia sociale, della dignità di vita.
RICCARDO NENCINI
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