venerdì 2 settembre 2011

QUELLO VERO


C’è chi ha rischiato la vita o l’ha sacrificata per l' Avanti!
E’ successo molte volte nella lunga vita del quotidiano socialista: dalla denuncia dei governi autoritari italiani della fine del 1800 al colpo di Stato fascista del 1922, alla lotta contro il nazifascismo morente nel 1943-1945, quando il giornale era diffuso clandestinamente dai militanti socialisti.
Avanti! nacque nel 1896, fondato dal Psi sorto appena quattro anni prima. La vita e le battaglie del giornale, in difesa della libertà e dei lavoratori, sono sempre state strettamente intrecciate a quelle del Partito socialista. Celebri furono le lotte per il centrosinistra (1963, “Da oggi siamo tutti più liberi”), per lo Statuto dei lavoratori (1970), per il divorzio (1974), per il patto anti inflazione (1984). Sul fronte della testata c’era scritta la sua carta d’identità: “Organo del Psi, sezione dell’Internazionale socialista”.
Oggi alcuni mass media parlano di un’inchiesta giudiziaria nella quale è coinvolto Valter Lavitola, definito “editore e direttore dell’‘Avanti!’, senza altre precisazioni.
E’ puro fango  che cade sulla storia del giornale.
Avanti!, quello vero, è morto nel 1993, quando chiuse i battenti dopo il crollo del Psi sotto i colpi di Tangentopoli. 
Successivamente Lavitola, con il senatore De Gregorio, fece uscire un clone, con una testata graficamente identica se non per l’apposizione dell’articolo determinativo e l’apostrofo, assenti nell’originale.
Un falso ‘L'Avanti!’, che non ha niente a che vedere con lo storico e glorioso giornale socialista.
L’‘Avanti! va difeso. 
Quello vero fu un grande quotidiano, con molti giornalisti fuoriclasse e straordinari galantuomini. 
RODOLFO RUOCCO

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