mercoledì 28 settembre 2011

POLVERE DI STELLE


Ai tempi del PDS
 Massimo D'Alema, l'uomo per tutte le stagioni, colui che ha attraversato, da attore protagonista, la vicenda complicata e complessa della sinistra italiana, orientandone le scelte e determinandone le sconfitte, seguita ad avere un rapporto ambivalente con la cultura, la storia e l'appartenenza al campo socialista da cui più di una volta non ha mancato di marcare le differenze. Il profilo del personaggio è noto: egli ha sempre dato di sè l'immagine di un raffinato Talleyrand postmoderno, tanto abile nell'intrecciare relazioni, nell'accreditarsi come un fuoriclasse della politica (fama non del tutto usurpata), quanto incline a destrutturare, giovandosi delle medesime relazioni, in ragione un cinismo inarrivabile, tutto ciò che egli considera, dall'alto di una supponenza che ha pochi eguali, disutile ai suoi disegni e nocivo per il consolidamento di una leadership che vorrebbe non tramontasse mai. Non desta dunque grande stupore la sua recente liquidatoria affermazione, pronunciata con la abituale albagia, a proposito della socialdemocrazia, del suo impianto valoriale e delle organizzazioni internazionali che la rappresentano, nelle quali lui stesso ricopre ruoli apicali, che ha definito obsolete e storicamente superate . Il fatto è che l'ex pioniere comunista di Monteverde, l'ex segretario della Fgci, l'ex devoto discepolo di Berlinguer, dopo il 1989, il crollo del Muro e tutto ciò che ne è conseguito, ha sempre fatto fatica a definirsi socialista, in particolare in Italia, non riuscendo tuttavia a indicare, per sé e per il partito post comunista che ha forgiato, un approdo che non apparisse come una rimasticatura della celebre "terza via" berlingueriana, che, in Italia come in Europa, nessuno ha mai capito in che cosa consistesse, se non in un consolidato sodalizio con l'ala pauperista e movimentista di segmenti della sinistra democristiana, orfana di Aldo Moro e dichiaratamente ostile alla sinistra riformista.
Nei pessimi anni '90, il decennio nel quale è stato il principale protagonista sulla scena politica nazionale, ha comunque perseguito, non riuscendo a centrarlo, l'obiettivo di inglobare nel suo disegno egemonico i socialisti (la ben nota operazione Cosa 2). Anzi riuscì nella singolare impresa di ricevere bordate di fischi in ben 2 congressi dei socialisti italiani ai quali fu invitato, per il semplice fatto che, anche in quelle occasioni, si rivolse loro con malcelato disprezzo, ostentando una supposta superiorità culturale e politica, sedimentato lascito del feroce antisocialismo che ha sempre permeato il Pci di cui fu autorevole dirigente.
Oggi, abbastanza ammaccato da insinuazioni e attacchi che riguardano lui, certe sue presunte frequentazioni border-line, inevitabilmente logorato da trent'anni di proscenio, con poche prospettive all'interno un partito, il Pd, (nel quale milita senza troppa convinzione) privo com'è di un identità definita e definibile, modesto prodotto del miope provincialismo degli ex comunisti e democristiani, D'Alema cerca un rilancio politico e personale, rispolverando, sotto mentite spoglie, una terza via, quella davvero obsoleta e superata.
Può darsi che in Italia, ma solo in Italia, troverà qualche tradizionale supporter.
Non è una bella notizia..
EP





1 commento:

  1. D'Alema afferma che la socialdemocrazia europea è tramontata. Considerando i successi teorici e strategici di Baffetto possiamo star tranquilli.

    Il socialismo europeo vivrà a lungo e bene...

    Il PSI nacque nel 1892, dalla sua costola, ne venne fuori, nel 1921, il comunismo; poi Saragat, che ne intuì la deriva autoritaria e priva di anima ,che lo caretterizzava trascinandosi dietro il PSI, diede origine alla socialdemocrazia, per non essere un popolare, con tutte le virtù di questo movimento e soprattutto le sue ipocrisie; in un secondo momento, i carri armati in Ungheria, aprirono gli occhi anche il PSI , indicandogli, che tra est ed ovest dell’ Europa bisognava stare in occidente e che tra Nord e Sud dell’ Europa bisognava stare con i paesi nordici, società avanzate, in ogni ambito specie nel welfare.-
    Ai giorni nostri, la società basata sul profitto, sul surplus dei guadagni, a scapito dei diritti delle persone,specie quelle più deboli ed indifese, fa riferimento, come il fascismo ed il nazismo sui duri e puri ( finchè non si ammalano o invecchiano, sulla razza di pelle bianca , come se i restanti esseri della terra con colorito della pelle diverso fossero delle diverse forme di animali; io penso che l’ intelligenza non ha genere umano e non ha un colore di pelle e non ha una razza preferenziale !!!
    Per tornare al nostro intelligentissimo leader Massimo, occorre ricordagli che mai umanità ha goduto una vita di alto benessere in tutte le sue fasi dell’ esistenza , se non, in quei Paesi retti da governi socialdemocratici, che non hanno gravato sul debito pubblico statale come in Italia, dove il Governo è stato da sempre in mano , prevalentemente a coalizioni di centro o centrodestra ed in minima parte di centro sinistra.
    Penso che il PD debba assumere la sua sembianza naturale di forza politica socialdemocratica, ricercando un dialogo con chi lo è sempre stato, con coloro che gli sono affini, PSI, Verdi, Ambientalisti e perfino giustizialisti, se riescono a foderare del caldo velluto della comprensione la fredda lama della scimitarra della giustizia.-
    Cordiali saluti

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