giovedì 15 settembre 2011

CESARE, MATTEO, PAOLO E LE TASSE

Caravaggio: La vocazione di San Matteo
Alcuni autorevoli compagni hanno espresso il loro dissenso in relazione alla prehomepage che compare nel sito istituzionale del Psi poichè l'immagine e i contenuti che appaiono, offenderebbero la sensibilità di quegli elettori socialisti che sono cattolici praticanti.

Premesso che la frase che compare è attribuita dal vangelo di Matteo (che prima di diventare discepolo ed evangelista faceva l'esattore fiscale) a Gesù Cristo e che San Paolo, nella lettera ai Romani sosteneva che per un cristiano è un dovere pagare i tributi allo stato,  appare evidente che la questione delle esenzioni fiscali concesse dall' Italia alla Città del Vaticano è di stringente attualità e finanche larghi settori della Chiesa italiana si stanno ponendo l'interrogativo se sia normale che, per attività che non hanno nulla a che vedere con il culto ma sono esattamente le medesime di quelle che svolgono normali operatori del commercio, sia concesso l'iniquo privilegio di non pagare le tasse nel momento in cui ai cittadini, in special modo a quelli appartenenti ai ceti più deboli, viene richiesto di compiere pesanti sacrifici.
Vale per il ceto politico che, quotidianamente, viene sollecitato a spogliarsi di privilegi, prebende e sinecure non più accettabili e dunque non si vede perchè non dovrebbe valere per chi, nascondendosi dietro improbabili sigle, grazie ad un Concordato che in alcune sue parti andrebbe aggiornato, svolge un'attività che consente di incassare denari (e molti) esentasse.
Tutto qui. Si tratta di adottare un criterio di equità e di giustizia.
La stessa che il Presidente della Cei Bagnasco ha recentemente più volte richiamato in prolusioni e interventi ex cathedra.
Infine, per quale ragione, qualcuno, socialista e cattolico, dovrebbe sentirsi offeso quando, solo ieri, il Parlamento ha votato un odg che va nella direzione auspicata, e non da oggi, dai socialisti in materia di esenzioni fiscali alla Chiesa Cattolica?
EP

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