Chi è, come si chiama, che aspetto ha, che faceva suo padre, a queste e a tante
altre domande sulla vita privata della moglie di Valter Lavitola, rispondeva
domenica 11 settembre il Corriere della Sera, con precisione e ricchezza di
particolari.
Non capiamo perché mai una testata così autorevole e così
lontana per storia e per stile da quei giornali che fanno felici le signore
occupate nelle chiacchiere da parrucchiere o da ombrellone, abbia destinato
tante energie a informarci sulla vita privata del nostro. Per una volta ci
sentiamo di esprimere una solidarietà piena e completa a Lavitola (ma solo su
questo punto). Questi sistemi non ci piacciono e non ci appartengono.
La
vicenda di Lavitola e del ‘suo’ L’Avanti! meriterebbe ben altra attenzione,
diversa da certi pruriti scandalistici, quella che inutilmente continuiamo a
chiedere alla stampa senza, praticamente, alcun risultato.
Venerdì, il
segretario Riccardo Nencini, per non lasciare davvero nulla di intentato, ha
scritto una lettera aperta ai direttori dei giornali (e con quali risultati lo
abbiamo visto). Riportiamo quanto ha scritto il segretario del Psi perché almeno
possano apprenderlo i nostri lettori.
“Paghiamo colpe che non sono di nessuno
dei nostri padri – scrive Nencini - ma di un millantatore che ha pensato,
mettendo una ‘L’ ed un apostrofo, di entrare nel pantheon dei direttori del più
antico giornale della sinistra italiana. Assieme a Costa, Nenni, Pertini,
Lombardi. Fin dalla mia elezione a segretario del PSI, nell’estate del 2008, ho
lavorato con impegno per restituire ai socialisti un pezzo importante della
loro identità, riportando in vita sia l’Avanti! (senza articolo, come è sempre
stato, ed in edizione settimanale) che Mondoperaio.
In questo difficile
percorso mi sono imbattuto nel binario parallelo sul quale Lavitola e i suoi
hanno scorrazzato per quasi due decenni con scaltrezza e con una condotta da
pirati abbondantemente ripagata dal finanziamento pubblico all’editoria. Ne sono
esempio gli oltre due milioni e mezzo di euro ottenuti nel 2009. Continuerò a
lottare in ogni sede - conclude Nencini - e con ogni strumento a mia
disposizione perché venga resa verità e giustizia”.
A questo punto crediamo
sia utile riassumere nuovamente in breve i contorni della vicenda.
Nel
novembre del 1993, l’Avanti! è costretto a sospendere le pubblicazioni. I
giornalisti (compreso il sottoscritto) non ricevono lo stipendio da nove mesi,
non ci sono progetti credibili di salvataggio e il Psi e in una bufera che lo
vedrà, nel giro di un anno, riunirsi e sciogliersi nel suo ultimo congresso, il
47.mo (11 novembre 1994).
La testata, così cara a tanti compagni, resterà
nelle mani del liquidatore, Michele Zoppo che può venderla – per decisione
notarile del congresso - soltanto e unicamente a un compratore politicamente
degno, in grado di “garantire la salvaguardia delle tradizioni storiche del
Partito Socialista Italiano”, in una parola solo a un rinato Psi. L’atto non
ammette deroghe.
Visto che non può comprarla né affittarla, (e come scrive in
queste pagine Tamburrano forse qualche responsabilità l’abbiamo avuta anche noi)
nel 1996 Lavitola, nelle vesti di editore (direttore Sergio De Gregorio, poi
senatore dell’IdV e di Berlusconi), col sostegno politico di alcuni esponenti
dell’ex Psi finiti nel centrodestra (Cicchitto, Boniver, Sacconi, Marzo, De
Michelis, Bobo Craxi) si presenta con una testata graficamente identica a quella
del Psi, ma con una differenza che sorprendentemente gli consente di registrarla
presso l’apposito ufficio del Tribunale, senza opposizione: la sua testata si
chiama “L’Avanti!”, con l’articolo determinativo e l’apostrofo (neri questi,
rosso il resto della testata).
Vi chiederete: ma se Caio si presentasse in
Tribunale a registrare la testata de “Il Corriere della Sera”, con l’articolo
davanti e tutto il resto identico, ci riuscirebbe? No, crediamo proprio di no,
ma per l’Avanti! è successo.
Successivamente, con una furbizia tutta italica,
Lavitola fa pian piano scolorire la “L”, lasciando però l’apostrofo (nel
frattempo, 1998, lo Sdi riporta in edicola un’altra testata storica, la nostra
dell’Avanti! della domenica). Ancora qualche anno e Lavitola fa saltare via
anche quel minuscolo sbaffo dell’apostrofo. Ciliegina finale sotto la testata
clone da un po’ di tempo in qua scrive: “quotidiano socialista fondato nel
1896”. Un doppio falso perché non è né socialista (nel senso che si conviene
alla storia del socialismo italiano) né tantomeno fondato nel 1896, anno di
nascita del vero Avanti!.
Con quali soldi, sostegni, amicizie e complicità
possa aver fatto tutto ciò è evidente dagli ultimi fatti che lo hanno portato
alla ribalta della cronaca, nera, a cominciare dalla campagna denigratoria
contro Gianfranco Fini, a suon di rivelazioni e documenti sulla casa di
Montecarlo dopo la rottura del leader di An con Berlusconi. Su tutto il resto
meglio stendere un velo di laica pietà. La reticenza nel non raccontare come
sono andate le cose, quali sono i veri rapporti tra Lavitola, l’Avanti!, il Psi
e la storia del socialismo italiano, è sorprendente. Temiamo però che non sia
solo una questione di pigrizia professionale, di abitudine a rileggere la
cronaca con gli stessi occhiali del ’93 -’94, ma che vi sia una quota di dolo
politico, un interesse – a destra come a sinistra – a ripetere il cliché dei
socialisti ‘ladri’, di imbroglioni che tradiscono i nobili ideali per miseri
vantaggi personali. Abbiamo il sospetto che tutto ciò faccia comodo a tanti, sia
nella maggioranza che nell’opposizione, altrimenti questa indifferenza pelosa
così diffusa non si spiegherebbe.
Intanto noi siamo costretti a fare
controinformazione. Non ci resta che invitare i nostri lettori a diffondere con
ogni mezzo questi frammenti di verità.
Nel ’68 c’era il ciclostile e i
dazebao; oggi c’è internet. Chissà che non si abbia più fortuna.
CARLO CORRER
http://www.partitosocialista.it/site/partecipa_avanti/472/avanti.aspx
Ma non c'è nessuna possibilità di tentare una causa legale per far riconoscere il falso e ottenere che solo il PSI ha diritto a possedere la testata dell'Avanti! ?
RispondiEliminaMa non c'è nessuna possibilità di tentare una causa legale per far riconoscere il falso e ottenere che solo il PSI abbia diritto a possedere la testata dell'Avanti! ?
RispondiEliminaRiprendiamoci l'Avanti....subito....con forza il suo spirito e la sua fede..ma ci saranno delle valide teste pensanti capaci di delineare un percorso di riappropriazione unica e legittima del nostro giornale!!!...ciclostiliamo quello che dobbiamo ciclostilare e scendiamo nelle piazze a distribuirlo...offriamolo, presentiamolo, ridiamo dignità al pensiero....ma sant'Iddio svegliamoci!!!....con internet si stanno riconfezionando le "rivoluzioni" e non riusciamo a sfruttare questa propulsione per riprenderci la nostra storia...!!
RispondiEliminaFate una festa intitolata al giornale " Avanti!"
RispondiEliminaricchi premi a cotillons.
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RispondiEliminaio credo che bisognerebbe distaccare la storia in due fasi quella del primo "Avanti" e ripartire come come si è fatto con il nuovo simbolo anche con un NUOVO AVANTI SOCIALISTA seguendo una nuova strategia politica - editoriale
RispondiEliminabisognerebbe fare andare in crisi il giornale di Lavitola con Informazioni e Notizie su "Nuovo AVANTI Socialista" che si dovrebbe avviare in online
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