martedì 8 novembre 2011

BRUNETTA (DEI RICCHIE POVERI)

C'era una volta un comico pugliese che spesso evocava la brunetta dei Ricchi e Poveri. Era una delle due donne (l'altra era bionda, più alta e più belloccia). La brunetta non se la filava nessuno e cantava con il tono della voce più alto e un tantino sgraziato. Anche per far notare la sua presenza. Oggi pare sia diventata ministro. Forse un pò diminuita di
statura (per via dell'età, può capitare). Ma il Brunetta con gli occhi stralunati, il capello più fluente, il cipiglio più virile, l'irruenza sempre più incontrollabile, afflosciato nella poltrona di Porta a Porta di ieri sera, mi ha proprio dato l'impressione di un vecchio cantante alla deriva, inacidito come una vecchia zia, che non se la fila più nessuno e se la prende con tutti. Avrà anche avuto delle ragioni (che so, la storia dello scalone io la condivido), ma anche le ragioni ieri sera si trasformavano in torti, tanto erano puntigliosamente arrugginite da un tono inutilmente accidioso e agguerrito. Possibile che dentro il Pdl ci siano personaggi (da Brunetta alla Bernini) che non hanno ancora capito che il tempo della trincea è finito? E come un cantante non sa che deve cambiare timbro se passa da una canzone d'amore a una di morte,
così anche un uomo politico che non comprende che il tempo dei lunghi coltelli è archiviato, rischia il ridicolo. E dal loggione è naturale che poi piovano risate grasse, anzichè lacrime nel punto più commovente e struggente della musica. Lo porteranno via dalla scena Brunetta, mentre si agiterà ancora con le gambine che si attorcigliano tra urla e schiamazzi. E ritornerà tra i ricchi e i poveri davvero.

MAURO DL BUE

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