venerdì 23 dicembre 2011

LA VOLGARITA' AL POTERE

Ieri, mentre il Consiglio regionale della Toscana approvava la manovra finanziaria regionale presentata dall'assessore Riccardo Nencini che prevede la riduzione del 10% delle spese su burocrazia, costi della politica ed enti di secondo grado, il Consiglio regionale del Lazio approvava la manovra finanziaria regionale presentata dalla giunta Polverini che prevede che i settanta consiglieri in carica (71 con il presidente) e i 14 assessori esterni continuino a percepire un vitalizio di circa 3000 € al mese mentre la pensione d'oro sarà abolita solo dalla prossima legislatura, peraltro con una norma non retroattiva. C'è pure una chicca aggiuntiva perchè tre consiglieri, due della lista Polverini e uno del Pdl, cessati dalla carica dopo tre mesi dall’inizio della legislatura perché in esubero rispetto ai 70 previsti dalla legge per il Lazio, percepiranno comunque il vitalizio. I consiglieri e gli assessori regionale laziali percepiscono un'indennità mensile pari a 12.000 €; i loro colleghi della Toscana esattamente la metà. Appare superfluo qualsiasi commento, salvo un sentito ringraziamento a Giovanni Floris per avere creato, a suon di ospitate nel suo laboratorio televisivo da Dottor Mabuse il personaggio Renata Polverini, una volgare Carneade che, eletta Presidente della Regione Lazio, sta offrendo (si fa per dire) il meglio di sè. EP

giovedì 15 dicembre 2011

RETE OH CARA!

Lo sport nazionale tra i più praticati, sembra essere diventato, al di sopra di qualsiasi altro problema, l'osservazione dei legal serials che da mesi accompagnano i protagonisti del tubo catodico. Da Santoro alla Costamagna, da Minzolini a Mentana. Nel frattempo, e giustamente, chi cerca un'informazione asciutta e soprattutto non manipolata e filtrata dalla grande firma televisiva, utilizza sempre più spesso la rete abbandonando i Tg e il talkshow che, con qualche rara eccezione, sono divenuti il proscenio di direttori o entertainer che vestono, alla scuola di Repubblica, i panni di opinion maker se non di capi partito. A quanto pare le dimissioni di Enrico Mentana, annunciate ieri con gran strepito, oggi rientreranno. Nel merito Mentana ha straragione: la pretesa dei parrucconi che guidano con logiche da politburo la corporazione dei giornalisti, ovvero che nel corso del tg venise letto un loro comunicato di cui non frega niente a nessuno, meritava il diniego motivato del superdirettore (per inciso un diniego molto "craxiano" che, una volta di più, disvela il suo background politico culturale). Ciò che ha disturbato è il clamore provocato da una presunta denuncia, poi smentita, alla magistratura che sarebbe partita contro il reprobo censore e l'annuncio delle dimissioni che nel pomeriggio di ieri e fino all' apparire di Superchicco sugli schermi alle 19.59, preceduto dal traino della favolosa Geppi che ha costruito una puntata di G-day all'insegna della ben nota, garbata, ironia, è diventato il fatto più importante dello scenario mediatico, più ancora del varo della manovra finanziaria e delle gravi intemperanze nell'aula del Senato della tribù di Bossi. Per ben 5 minuti (un tempo televisivo lunghissimo) Mentana ha fornito la sua versione dell'accaduto e, da consumato prim'attore, non ha chiuso la porta ad un ripensamento notturno. Fine della prima puntata. Vedremo oggi cosa ci riserva il canovaccio messo su in gran fretta. Occorrerebbe che nei centri di produzione di Tg e talk show si dessero una calmata e che cessasse rapidamente la sovraesposizione di anchor man e women che non ha eguali in nessun altro paese al mondo. Da mesi assistiamo ad invereconde sceneggiate i cui protagonisti sono giornalisti assurti a ruoli di star televisive che piegano il sistema ai loro umori, dimentichi spesso della loro missione che è semplicemente quella di informare e non già di vestire i panni dei salvatori della democrazia. L'infinito caso Santoro, uno dei personaggi più faziosi e intolleranti che la Tv ricordi, è diventato l'esempio a cui mezzibusti, vittime a loro dire di qualche torto, ispirano le loro sempre più frequenti intemerate. Parliamo tanto di noi, di quanto siamo bravi e onesti, di quanto siete bravi voi pubblico che ci seguite, ribellatevi dunque! Così l'informazione televisiva è entrata in una spirale di patologica autoreferenzialità che è causa del vistoso disincanto del pubblico che, dati alla mano, orienta con sempre maggiore frequenza la propria attenzione verso la rete che, per sua natura, garantisce un'informazione meno appesantita e, tutto sommato, più libera. EP

mercoledì 14 dicembre 2011

LA SIGNORA IN GIALLO...ROSSO E NERO

Come quella dei polizieschi televisivi, la signora in giallo, che parlano di Jessica Flachter, la signora in giallo-rosso-nero è arcigna e un pò invecchiata. Forse anche un pò più arrogante e sicura di sè. Ma Jessica almeno ci prende sempre. Non ne sbaglia una. La signora in giallo-rosso-nero è invece sempre bisognosa di aiuto. E vicino a sè porta sempre un paggio francese più giovanile e charmant, accoppiato con un’italiana, da sempre vittima dello strappo d’identità. Dipendiamo da lei. Che sostiene che dobbiamo fare i compiti a casa. Come uno scolaretto delle scuole medie. Su dettato suo, naturalmente. E nessuno che dica bao. Immagino Craxi in queste condizioni. Lui che sfidò Reagan a Sigonella. Perchè il problema non è il debito pubblico (il deficit francese è assai più alto e la situazione d’Oltralpe risulta anche più preoccupante). Il problema è la debolezza politica dell’Italia di oggi. Tanto debole la nostra classe politica che è stata costretta a fare un passo indietro col suo stesso consenso. Non si era mai verificato prima. La signora in giallo almeno alla fine scopre il colpevole dopo un lavoro di indagini e di intuito. Quella in giallo-rosso e nero invece non ha fatto per niente fatica. Il colpevole si era già accusato da solo. MAURO DEL BUE